Progetto Oli Essenziali
Lo spreco del cibo, che sta tenendo giustamente banco sui media internazionali e da noi in particolare dopo l’ entrata in vigore della legge Gadda, non è certamente elemento di Bellezza.
In particolare quando questo si ricollega ai rifiuti, tema di grande manifesta “bruttezza”.
Il progetto SPAIC “Cause dello spreco alimentare e interventi correttivi” che si concluderà in primavera, ha visto protagonisti gli studenti di IIS dell’area romana, e ha scelto di utilizzare invece la “bellezza” come elemento di spinta gentile verso comportamenti individuali e collettivi per prevenire che il cibo ancora buono diventi un rifiuto.
Sorprendentemente bello è risultato infatti il coinvolgimento appassionato, creativo e competente ch’è scaturito dal rapporto non formale di studenti e docenti nell’ideazione e realizzazione di messaggi sui comportamenti corretti da trasmettere al proprio territorio connettendo scuola, famiglie e ricercatori nella comunicazione “tentativamente” efficace di stili di vita corretti. E’ infatti assodato il significativo “peso” etico, ambientale e anche economico che la gestione familiare del cibo ha (infatti un peso significativo ) sulla filiera complessiva dello spreco alimentare.
La spinta di SPAIC, verso la realizzazione di una concreta di esperienza di rete tra scuole di diversi territori e diverso indirizzo, ci ha portati a creare l’incontro tra l’istituto Brodolini di Pomezia coinvolto nella realizzazione del Progetto SPAIC e il Domizia Lucilla di Roma sezione agraria.
Qui non manca anche il paesaggio mozzafiato della cupola di San Pietro che pare sorgere dalla vigna sperimentale dell’istituto a richiamare come alla bellezza possibile dell’opera dell’Uomo e della Natura occorra fortemente credere.
I ragazzi dell’istituto agrario guidati dalla docente Paola Pinna, hanno mostrato ai colleghi del Brodolini come sperimentino una tecnica collegata al tema degli sprechi: il compostaggio.
I ragazzi del Domizia Lucilla attuano tutti i passaggi della filiera microproduttiva del compostaggio: dalla potatura degli ulivi e di altre piante dell’area sperimentale, alla trinciatura e poi al processo di digestione in cumuli - che trasforma la biomassa vegetale legnosa in un ammendante sanificato e ricco di elementi naturali preziosi per lo sviluppo vegetale - fino al suo impiego (impiegato) come substrato nella ancor piccola ma interessante produzione di Aloe vera.
Il compost vegetale, addizionato di una corretta quantità di pollina (letame da allevamenti avicoli) per arricchirlo in Azoto e Fosforo, diventa così un fertilizzante completo ch’è impiegato per la conduzione biologica delle coltivazioni dell’Istituto.
Come illustrano gli studenti del Brodolini e del Domizia Lucilla, la produzione di Aloe, alla quale concorre lo stesso fertilizzate autoprodotto - è diventata un possibile trait d’union tra le due scuole in quanto è materia prima che può essere trasformata in prodotti cosmetici biologici: linea che è tra gli obiettivi educativi dell’Istituto di Pomezia e quelli prodottivi di una start-up promossa dalla stessa scuola.
Dunque non soltanto questa rappresenta una realtà di apprendimento teorico che viene consolidato dall’esperienza diretta nel “fare”, ma anche occasione di spinta verso la cooperazione interprofessionale e all’autoimprenditorialità della imminente generazione di ricercatori e imprenditori che usciranno dal percorso scolastico.
Dalla conoscenza dei differenziati percorsi dei due istituti è emersa un’altra bella opportunità di collaborazione interscolastica: l’approfondimento delle conoscenze e delle applicazioni degli oli estratti da essenze vegetali come la Lavanda e il Rosmarino e vari tipi di Mente che sono coltivate al Domizia Lucilla e che trovano occasione di sinergia nelle competenze e nelle dotazioni analitiche e microproduttive del Brodolini.
Anche nella specifica materia dell’impiego degli “oli essenziali”, i ricercatori di Inail DIT e gli esperti che partecipano al progetto SPAIC, offrono qualificata competenza per quanto concerne gli aspetti di sicurezza da considerare nelle varie fasi della filiera sia per la tutela degli operatori sia degli utenti finali: siano essi gli agricoltori per l’uso di prodotti fitosanitari naturali - ma non per questo innocui come si è portati erroneamente a credere - o gli operatori del settore agroalimentare, come gli studenti degli istituti alberghieri e delle scuole di cucina.
Il richiamato DIT (Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici) ha anche promosso in parallelo la realizzazione di uno specifico (dello) Sportello della Conoscenza per la sicurezza agroalimentare che si avvale del sito INNsite per promuovere il ricorso a fonti validate dell’informazione e sostenere così soprattutto il ruolo dei giovani nel coniugare le sfide economiche, ambientali, sanitarie ed etiche che andranno ad affrontare con la necessaria tutela della sicurezza, ch’è missione prioritaria dell’INAIL.